Cinquanta sfumature



Ricevo da Drilli - assidua frequentatrice del blog - questo interessante commento al fenomeno letterario degli ultimi mesi che, come qualcuno saprà, ha contribuito ad infiammare di polemiche a largo raggio un'estate già infuocata per tanti altri motivi.
Previo consenso della simpaticissima autrice lo pubblico volentieri, sia per l'attualità dell'argomento, sia perché pone con curiosità spontanea più domande che risposte, aprendo uno spazio a riflessioni e considerazioni di comune interesse.
A fine articolo un breve commento personale.
Ringrazio Drilli per il contributo.


Cinquanta sfumature di grigio
(ma il rosa è il colore di sfondo)



Illeggibile, noioso, banale, senza spessore, scontato, deludente.
Pochi sarebbero quelli (o forse è meglio dire quelle...?) che hanno apprezzato il libro, a giudicare dai commenti più diffusi. Tuttavia è uno dei libri più venduti; infatti, stando ai commenti che si possono leggere sui vari blog, pare sia stato acquistato per curiosità e però sfogliato solo per qualche pagina.
Quindi, venduto, ma non letto...?
E' stato ribadito da più commentatori (uffa, commentatrici....la mia onestà intellettuale non mi permette di essere sleale) che con il caldo afoso di quest'anno, sotto l'ombrellone, non si può mica leggere Kant.
Meglio alleggerirsi, quindi, con E L James autrice della trilogia in questione - "Cinquanta sfumature di grigio - Cinquanta sfumature di nero - Cinquanta sfumature di rosso". Qui parlo del primo dei tre libri che ho appena finito.
Insomma, le giustificazioni rientrano nell'intimismo politicamente corretto o no? siamo comunque perdonate per aver comprato un libro che parla del nulla? Eppure, una recensione del "ENTERTAINMENT" recita così: «...scandaloso, bollente, il bestseller di cui non si può smettere di parlare.»
E' tutto vero. Se ne parla e ne parlo anch'io. Di cosa parliamo, allora?
E' scritto in prima persona e al tempo presente; forse per renderlo ancora più coinvolgente...? In effetti, lo stile confessionale può risultare coinvolgente per alcuni/e meno per altri/e; e quindi pensavo che tra me e le altre persone che hanno letto il libro ci fosse un maggiore riscontro. In realtà, questa specie di empatia narrativa pare l'abbia colta solo io...
La trama è banale, la solita storia tra un lui ricco e potente e una lei senza definizioni sociali, il vecchio canovaccio di Cenerentola. Ciò che li accomuna, però, e qui starebbe la novità della cenerentola moderna, è la perversione sessuale intorno a cui ruota la loro storia. C'è un'attrazione fra i due fondata sul sesso perverso ma, non per ultimo - dico io - anche sul sentimento (dunque sesso e sentimento insieme? a quanto pare sì, l'uno mette il primo mentre l'altra il secondo).
La trama vede come protagonista Ana, poco più che ventenne: è vergine, un po' goffa (quando cammina, non quando pratica sesso; lì, pare, le viene più naturale), ha i peli superflui e il primo po....no che fa nella vita (senza fermarsi neanche nel momento finale!....e scusate se è poco) è da 10 e lode. Parola di Christian, il protagonista maschile.
Christian Grey è un giovane molto molto molto ma molto ricco e anche molto molto molto ma molto bello, che ha la mania del cibo («mangia!» è uno dei suoi imperativi preferiti) e del controllo delle situazioni e delle persone; non vuole essere toccato sul torace. Pratica il sesso da dominatore, con le fruste, per intenderci, e per intenderci ancora meglio, sculaccia la sua sottomessa se non obbedisce ai suoi ordini.
Nel prendere o lasciare che lui impone alla situazione però comincia ad insinuarsi la strategia sentimentale di Ana.
Lei vuole di più, ma mica roba materiale, eh; lei ha sani princìpi. Vuole abbracci, vuole dormire accanto a lui - magari senza fare sesso - vuole, insomma, una classica, normale e sana relazione.
Comunque – a differenza delle altre ex sottomesse - qualche volta le sarà concesso di dormirgli accanto; per il momento però - alla fine di questo primo libro - non le basta, quindi sceglie il "lasciare" anche se con dolore (non solo psicologico, il suo fondo schiena è rosso fuoco tanto ad avere difficoltà nel sedersi).
«Sono un fallimento totale. Speravo di trascinare Christian nella luce, ma il compito si è rivelato superiore alle mie scarse capacità.» The end - to be continued, però...
Personalmente, mi lascia incuriosita il futuro dei due. Possibile che i vari commentatori citati sopra non siano curiosi...? Come si spiega la vendita del secondo e del terzo libro se molti non hanno finito di leggere il primo...? Chi è che mente...? Io no di certo.

Le evidenti forzature che ci sono nel racconto mi portano ad alcune (tante, in realtà) riflessioni: ma se il protagonista maschile fosse stato un impiegato delle poste, Ana si sarebbe innamorata di lui...? no perchè, un conto è essere invitate a cena con il proprietario di un elicottero, e un altro è andare a cena con il possessore di una comune automobile; vuoi mettere rincorrere l'alba e gustarsela su un aliante, piuttosto che vederla sorgere stando seduti (o in piedi, dipende dalle dolorose sculacciate) sul molo del mare? Un conto è vedere la persona al tuo fianco che armeggia con un sacco di bottoni, tastini e spie luminose sul cruscotto dell'elicottero e un altro è vedere che armeggia con le frecce direzionali e al massimo i tasti di un'autoradio sul cruscotto dell'automobile. Sempre se il protagonista maschile fosse un impiegato delle poste, Ana obbedirebbe anche al più semplice imperativo che suona come - «portami un caffè, piccola!»? Come è possibile che una bella ragazza di ventuno anni non abbia mai dato un bacio? Perchè Ana non si è mai depilata prima della gentile richiesta di Christian...?
Per non parlare di lui: a soli 27 anni con un passato sconvolgente e ancora misterioso, figlio di una madre puttana, è generoso con i meno fortunati, tanto quanto è bello, e si preoccupa - tra un affare e l'altro - di risanare l'ambiente. Insomma, un salvatore del mondo in pubblico e un uomo immorale (ma attraente e fascinoso al tempo stesso) nel peccaminoso privato.
Christian ha posseduto altre "sottomesse" prima di Ana, 15 se non ricordo male. Possibile che nessuna di queste si sia lasciata sfuggire un micro pettegolezzo ai giornali scandalistici del paese? La stanza rossa, quella del sesso estremo, per intenderci, chi la riordina? Chi la pulisce? Insomma, si deduce che chi sta al servizio del Signor Grey siano persone completamente indifferenti alla conduzione di un bizzarro stile di vita sessuale. Vabbè, è un racconto che deve essere venduto, per cui, questo tipo di forzature rientrano nella logica di mercato.
Anche a me, quindi, alla fin fine è sembrato un libro banale, senza spessore, scontato, a volte quasi illeggibile per la troppa descrittività di cose inutili. Ma, al contrario di molte persone, e mi riferisco a quelli che hanno commentato le recensioni di questo libro sui vari blog che si trovano in rete, voglio sapere come va a finire tra i due protagonisti. Voglio sapere se Christian ha risanato l'ambiente, se i bambini del terzo mondo riusciranno ad invecchiare e voglio sapere se Ana è riuscita a ri-educare sentimentalmente un uomo bello, ricco, intelligente, bravo e perverso come Christian.
Alla fine, mi viene spontanea un'altra riflessione, e per quanto sono coinvolta lo chiedo direttamente a lei, ad Ana: ma se ti sei invaghita di questo uomo nel suo complesso, perchè non lo accetti per quel che è? ...con le sue follie sessuali, con i suoi mega regali, con il suo distacco sentimentale, con i suoi trascorsi misteriosi. Riuscirai ad amare lo stesso uomo tenebroso a cui piace «fottere e non fare l'amore» se lo trascini nella tua luce? Cosa amerai di lui, dopo la trasformazione? E cosa ti ha fatto innamorare, all'inizio, ne vogliamo discutere, Ana?
So comunque fin da ora, perché mi è stato già detto, che sarà Ana a voler tornare nella stanza rossa, dove il sesso copre ogni altra cosa. Dove, lì, ci sono ruoli ben stabiliti: quello del dominatore e quello della sottomessa; dove lei è legata, bendata e aspetta in ginocchio, trepidante l'arrivo di Christian.
Altro punto di domanda mi sorge spontaneo: cosa diventa un comandamento quando questo non viene rispettato? Sia in un gioco, che nelle regole della società dopo un obbligo mancato arriva la sanzione. Se non c'è più la sanzione, allora, non si può chiamarlo obbligo. O no...? Che senso ha la stanza rossa quando non ci sono più dominatori, coloro che comandano, e sottomesse, coloro che obbediscono...? Come si può comandare ad una persona che ami? Insomma, è possibile conciliare i due aspetti fondamentali, il sesso e il sentimento, in contrasto fra loro, per questo stravagante rapporto di coppia?
Cercherò queste risposte negli altri due libri, anche se saranno le risposte di una scrittrice sopravvalutata e non il vangelo dei comportamenti politicamente corretti o politicamente scorretti.

Drilli


L'eco delle cinquanta sfumature è arrivata anche sotto il mio ombrellone.
Non poteva essere diversamente, visto che l'associazione tra i due termini - donna e sottomissione - ha risvegliato antichi fantasmi (mai morti veramente) scatenando tutte le reazioni "politicamente corrette" possibili e immaginabili di questo mondo.
Seguendo le polemiche da lontano - nel senso che non ho letto i libri ma solo alcuni articoli relativi - mi sono formato questa convinzione: che neanche la vita sessuale è più immune dall'ansia di regolamentazione totale.
E anche parlarne liberamente in un certo modo - non propriamente ortodosso - rischia di entrare nell'alone del sospetto.
Quanto all'associazione - o dissociazione? - tra sesso e sentimento: c'è tutta la differenza tra essere uomini ed essere donne.
Materia infinita.
Sino a quando sarà ancora ammesso è meglio continuare a parlarne liberamente.
Gibbì