La donna…? nun se discute, se ama





Non c’è niente da fare.
C’è un prezzo della democrazia e della libertà che davvero in pochi sono disposti a pagare.
Quel prezzo si chiama dissenso, divergenza, contrasto, opposizione o comunque vogliamo chiamare quel «non sono d’accordo e lo voglio dire apertamente» che segnala un libero pensiero che si oppone ad un altro pensiero altrettanto libero (forse…) anche se messo all’incontrario.
Tra i mille e un modi escogitati storicamente per tacitare il dissenso – dall’abiura al rogo, dal confino alla censura, dalla delazione alla ghigliottina, dalla medicalizzazione alla psichiatrizzazione, dalla carcerazione alla fucilazione – nella morbida epoca del conformismo democratico e politicamente corretto ne è stato inventato un altro, tutto digitale e "internautico" come va di moda adesso: l'alibi del troll.
Il troll – ammonisce tale Paolo Baldini, di professione giornalista sportivo – è un malintenzionato virtuale il cui «obiettivo è avvelenare i pozzi della comunicazione, disturbarne e alterarne l’equilibrio. Sfinire l’utente. Far saltare nervi e capacità di moderazione dei canali. Creare squarci nella volatile democrazia online.»
Dove si annida il troll? Nel web, naturalmente (…e scusate per il gergo da scimmie a cui ci costringe l’elettronica: il troll nel web, la url della tag, lo spam del fake eccetera).
Quindi, dove lo andiamo a cercare ‘sto cavolo di troll? sui siti politici o sportivi dove ci si randella incessantemente di insulti senza senso?
Macché, è sulla 27ma ora del Corriere della Sera che alligna, naturalmente; proprio lì dove gli uomini non amano tutti in coro e incensano le donne tutte, in quanto ce n’è di quelli che osano essere in dissenso con molte di loro.
Ma anche altrove, non crediate, perché «Women-hating is all over the internet – believe me, I know», come certifica, assicura e lacrima tale Suzanne Moore dal lontano Guardian d’oltremanica.
E già, perché il vero troll non è in dissenso su qualcosa in generale, ma su quella cosa in particolare; il vero troll è misogino, si dice lì e nelle lontane britannie, e il virus della dissidenza maschile is all over the internet, piange disperata la povera Moore.
Ecco allora che l’indomito Paolo Baldini si erge in tutta la sua statura per lanciare la «resistenza globale ai troll», sulla base di un principio molto coerente con la sua professione di giornalista sportivo: il principio è che la donna è come la maggica Roma, secondo la fede incrollabile dei suoi tifosi - «nun se discute, se ama».
Che pensate che la 27ma ora sia stata messa lì per muovere e promuovere il confronto delle opinioni?
La 27ma ora è maggica, nun se discute, se ama.
Mi piacerebbe chiedere al povero Baldini o alle maggiche se il principio valga anche per quelle donne che depredano gli ex mariti di averi ed affetti, o per quelle che calunniano gli uomini per tornaconto personale, o per quelle che vogliono essere a tutti i costi delle raccomandate di Stato o, ancora, per quelle che ritengono un loro sacrosanto diritto vendersi ma un crimine esecrabile essere comprate.
Ma so già per certo che il prode Baldini – e le "maggiche" - resisterebbero impavide nella fede: la donna nun se discute, se ama.
Allora mi verrebbe ancora da chiedere a lui - o a chi per lui o a chi per lei o a chi per loro – che cavolo l’hanno aperto a fare un blog pubblico se deve frequentarsi come un cappella consacrata alla fede?
Ma la risposta è implicita: la fede nella donna è come la fede nella maggica - nun se discute, se ama.
Oh, intendiamoci, a me personalmente interessa meno di nulla, dal momento che ho smesso ormai da tempo di andare a rappresentare il mio punto di vista in luoghi virtuali dove si finge di confrontarsi sul merito delle cose ma, in realtà, si selezionano fedeli per i propri dogmi.
Né, obiettivamente, posso escludere a priori che tra quelli che vanno esprimendo il proprio dissenso sui significati e sui drammatici risultati della rivoluzione femminile ce ne siano anche di grossolani, approssimativi e poco attrezzati sul piano verbale per esprimere certe idee.
Ma – a parte il fatto che se dovessi elencare tutte le sciocchezze femminili incontrate negli anni in rete potrei riempire un almanacco – allora la libertà di parola che fine fa? La volete buttare al secchio insieme alla Costituzione? La volete riservare ai laureati? La volete negare a tutti gli altri?
C’è un’ultima cosa che voglio dire a tale Baldini, paladino contronatura della fede femminista, sempre ammesso che venga mai a conoscenza di queste attenzioni; e non è una domanda è un’affermazione.
Per quanto mi riguarda non sarò mai e poi mai disposto ad amare chi pretende di non essere mai messa in discussione, che non è comunque una richiesta d'amore ma di adorazione in senso metafisico; e credo di non essere il solo a pensarla in questo modo.
Tu pensala come ti pare ma non metterti a dare lezioni di democrazia a nessuno, che non è materia tua; ti si addice di più la curva degli ultras dove fai la tua brava figura di addetto ai lavori.