La fabbrica delle buone intenzioni




Dammi il cinque, recita lo slogan della campagna pubblicitaria con la quale telefono azzurro invita a sostenerlo finanziariamente nel momento che andremo a spuntare la casella del 5 per mille.
Che ci costa?
Con un piccolo tratto di penna avremo fatto la nostra buona azione annuale e ci sentiremo più in pace con noi stessi e con il mondo perché avremo sentito di avere lottato per il bene contro il male.
La sera andremo pure a dormire con il sorriso sulle labbra.
Del resto come fai a dire di no?
Più che un’associazione privata di volontari telefono azzurro è un ente morale, un’istituzione della buona coscienza universale, un condensato di nobiltà che si erge a difesa dei più deboli e degli indifesi: i bambini.
Sennonché tutti conosciamo quel vecchio proverbio che dice che la strada dell’inferno è lastricata di buone intenzioni.
Si tratta di una massima che appartiene alla saggezza popolare ma che fa parte anche dell’interpretazione delle vicende umane elaborate dalla “cultura alta”.
E’ nota, ad esempio, la celebre considerazione di un gigante del pensiero contemporaneo quale è Karl Popper, il quale, nel suo “Miseria dello storicismo” scrive che: «è un comportamento arrogante tentare di portare il paradiso sulla terra, giacché in tal modo riusciremo solo a trasformare la terra in un inferno».
Ma anche Oscar Wilde, in termini più provocatori, ha detto qualcosa di simile, con il suo aforisma «le buone intenzioni sono state la rovina del mondo. I soli che hanno compiuto qualche cosa nel mondo sono stati coloro che non avevano nessuna intenzione».
Sembra che si stia parlando, tra gli altri possibili casi, proprio di telefono azzurro e, allora veniamo al punto dolente della questione.
Si dà il caso che telefono azzurro non è solo lastricato di buone intenzioni ma è una fabbrica di buone intenzioni, che ha pure raddoppiato la sua produzione da quando ha stipulato una convenzione con quell’ente morale di beneficenza strabica che è il Dipartimento per le pari opportunità; come ci informa adiantum.
Non sappiamo che parte abbia avuto l’apparato propagandistico della Carfagna nell’occasione ma, come diceva Andreotti, a pensare male si fa peccato ma non si sbaglia.
Sta di fatto che l’immagine pubblicitaria con la quale questa associazione richiede contributi è un atto d’accusa nei confronti del padre.
«Ogni giorno mio papà torna a casa, mi prende un braccio, mi dà un calcio e mi dice che sono stupido»; questo il testo della campagna contro le violenze sui bambini, adeguatamente corretto nelle parti sensibili, come a dire che oltre alle violenze papà ci metterebbe anche l’intimidazione e la paura.
Il povero bambino non è vittima della violenza, è vittima di papà che è un orco.
E’ questo il messaggio lanciato da telefono azzurro in combutta con il noto Dipartimento antimaschile della Carfagna.
Perché, dunque, le buone intenzioni – che, certo, non mancano neanche in questa campagna – conducono all’inferno?
Per la semplice ragione che chi lotta per il bene, chi si sente investito/a della missione sacrale di salvare il mondo, ha necessità di discriminarlo dal male, di identificarlo chiaramente per distinguersi e mettersi dalla "parte giusta"; in breve, ha necessità di costruire il suo nemico, di personificarlo.
Anche per telefono azzurro, quindi, il mostro abituale è papà; benché i dati dicano completamente il contrario.
Infatti, quando si parla di violenze contro i bambini si evoca sempre l’immagine dell’orco; mica quella della strega che, invece, nel doloroso fenomeno della violenza contro i bambini è il personaggio più frequente ed oscuro.
Su questo, anzi, telefono azzurro tace.
Allora lo sai che c’è, caro telefono azzurro?
C’è che il mio 5 per mille lo darò per cause che non abbiano come scopo – diretto o indiretto - la costruzione di pregiudizi generali e di colpevolezze presunte.
Anzi, lo darò sicuramente alle vittime di questa sbilenca ed unilaterale concezione del bene e del male: le associazioni dei padri separati.
Di certo non andrà a te.
Ed invito tutti coloro che seguono ed hanno a cuore la questione maschile a fare altrettanto.


Appendice


Apprendiamo ora, grazie alla notizia che ne ha dato il sito Comunicazione di Genere, che l'associazione telefono azzurro, accogliendo le numerose rimostranze sollevate dall'originaria locandina pubblicitaria, ne ha modificato il contenuto con una nuova, duplice e più equilibrata versione




Va dato atto all'associazione in parola di avere dimostrato buon senso e rispetto nel comprendere le contestazioni mosse.
Va anche salutato con favore il fatto inedito che si incominci a riconoscere l'esistenza di una sensibilità maschile - troppo spesso misconosciuta nella sua dignità - e che la voce degli uomini, grazie anche all'impegno  delle numerose associazioni che se ne sono assunte il carico, cominci finalmente a trovare l'ascolto che merita.

6 maggio 2011