La giornata della donna è appena trascorsa, oggi c'è quest'altra celebrazione nazionale, tra un pò sarà la festa della mamma, poi verrà la giornata internazionale dell'eterno femminino, l'anno sabatico della vulva, il decennio della siliconata verace, il secolo della malafemmina, il millennio del dio truccato e non ci affacciamo troppo oltre nella previsione del futuro@lfemminile.
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Quanto tempo è passato dal giorno 8 marzo 2011 - annuale giornata celebrativa della donna - ad oggi 31 marzo 2011?
A contarli si enumerano poco più di una ventina di giorni; ossia qualche centinaio di ore, qualche decina di migliaia di minuti e tralasciamo il computo dei secondi e delle ulteriori frazioni centesimali o millesimali di tempo.
Eppure questo breve intervallo - durante il quale il mondo si è permesso distrarsi con faccenduole insignificanti come la crisi libica, la guerra civile fredda nostrana o il maremoto giapponese - deve essere sembrato un'eternità alle sacerdotesse della questione femminile ed al loro sbertucciato codazzo di "maschietti" devoti.
Tant'è che non hanno resistito alla tentazione di lanciare una nuova celebrazione urbi et orbi in preda ad un "donnismo" irrefrenabile e compulsivo.
Stavolta il terreno del cantico promozionale donnista - la colonna sonora di sottofondo del nostro tempo - si svolge sul web, ma la parziale delimitazione del mezzo mediatico non tragga in inganno; lo spiegamento di forze è impressionante.
Si tratta della quarta edizione di webalfemminile, un progetto di responsabilità sociale - come lo definisce annunciandone l'avvio il giornale.it - promosso dalle aziende Microsoft, Acer e Cluster Reply (società di consulenza per lo sviluppo informatico delle aziende), denominato futuro@lfemminile, che corre in rete proprio quest'oggi.
Tanto per sottolineare quanto siano discriminate dalla società queste povere donne, va considerato che l'iniziativa gode anche del sostegno di ING DIRECT e di Unilever, si avvale anche della collaborazione di Coca Cola e della casa cinematografica Universal, nonché del partenariato editoriale di eBay e di Dire Donna.
Un partito politico o un'iniziativa culturale con altri contenuti non riceverebbe tanto sostegno da parte del mondo economico privato; il quale, evidentemente, mira anche ad ingraziarsi il vasto e lucroso mercato femminile, pubblicizzandosi con tematiche ideologiche compiacenti che lisciano il pelo del "pilu".
L'obiettivo - manco a dirlo - è la promozione della donna nella società, la sua centralità (...?) nella vita politica, il sostegno alle sue conoscenze, la stampella allo sviluppo di categoria, il soccorso alle sue ambizioni, il paracadute dei suoi problemi, il suo radioso futuro nei secoli dei secoli e via di questo passo.
Si sta parlando sempre de "la donna"; soggetto collettivo indiscriminato declinato al singolare.
Per conseguire questi obiettivi di colonizzazione della realtà in via prevalente ed esclusiva, la kermesse - così la chiamano - metterà in contatto (probabilmente lo sta facendo in queste ore) «esperti, VIP, esponenti del mondo politico, giornalisti, manager e cittadini, sfruttando uno strumento democratico e universale come Internet per scambiarsi opinioni, esperienze e delineare insieme nuove opportunità per attuare il cambiamento verso una reale parità di genere.»
Di quale parità voglia farsi carico un'apologia unilaterale non sappiamo spiegarcelo.
A giudicare dai titoli dei dieci canali tematici che caratterizzano la "kermesse", peraltro, l'obiettivo che sarà raggiunto è sicuramente la legittimazione e l'invito all'egotismo femminile più sfrenato: io sono bella, io risparmio, io e la tecnologia, io al passo coi tempi, io lavoro, io in politica, io e il mio pc sicuro, io mamma, io nel sociale, io e il cibo.
Un IO reso talmente ipertrofico da consentire la sola compresenza (io e...) di tecnologia, pc sicuro e cibo; niente e nessun altro che questo.
La giornata della donna è appena trascorsa, oggi c'è quest'altra festività nazionale, tra un pò sarà la festa della mamma, poi verrà la giornata internazionale dell'eterno femminino, l'anno sabatico della vulva, il decennio della siliconata verace, il secolo della malafemmina, il millennio del dio truccato e non ci affacciamo troppo oltre nella previsione del futuro@lfemminile.
Insomma, per le donne è una celebrazione continuativa, con massiccio dispiegamento di mezzi celebrativi e di cantori professionisti.
Quegli altri imparino ad adattarsi; non è più il loro tempo.
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Quanto tempo è passato dal giorno 8 marzo 2011 - annuale giornata celebrativa della donna - ad oggi 31 marzo 2011?
A contarli si enumerano poco più di una ventina di giorni; ossia qualche centinaio di ore, qualche decina di migliaia di minuti e tralasciamo il computo dei secondi e delle ulteriori frazioni centesimali o millesimali di tempo.
Eppure questo breve intervallo - durante il quale il mondo si è permesso distrarsi con faccenduole insignificanti come la crisi libica, la guerra civile fredda nostrana o il maremoto giapponese - deve essere sembrato un'eternità alle sacerdotesse della questione femminile ed al loro sbertucciato codazzo di "maschietti" devoti.
Tant'è che non hanno resistito alla tentazione di lanciare una nuova celebrazione urbi et orbi in preda ad un "donnismo" irrefrenabile e compulsivo.
Stavolta il terreno del cantico promozionale donnista - la colonna sonora di sottofondo del nostro tempo - si svolge sul web, ma la parziale delimitazione del mezzo mediatico non tragga in inganno; lo spiegamento di forze è impressionante.
Si tratta della quarta edizione di webalfemminile, un progetto di responsabilità sociale - come lo definisce annunciandone l'avvio il giornale.it - promosso dalle aziende Microsoft, Acer e Cluster Reply (società di consulenza per lo sviluppo informatico delle aziende), denominato futuro@lfemminile, che corre in rete proprio quest'oggi.
Tanto per sottolineare quanto siano discriminate dalla società queste povere donne, va considerato che l'iniziativa gode anche del sostegno di ING DIRECT e di Unilever, si avvale anche della collaborazione di Coca Cola e della casa cinematografica Universal, nonché del partenariato editoriale di eBay e di Dire Donna.
Un partito politico o un'iniziativa culturale con altri contenuti non riceverebbe tanto sostegno da parte del mondo economico privato; il quale, evidentemente, mira anche ad ingraziarsi il vasto e lucroso mercato femminile, pubblicizzandosi con tematiche ideologiche compiacenti che lisciano il pelo del "pilu".
L'obiettivo - manco a dirlo - è la promozione della donna nella società, la sua centralità (...?) nella vita politica, il sostegno alle sue conoscenze, la stampella allo sviluppo di categoria, il soccorso alle sue ambizioni, il paracadute dei suoi problemi, il suo radioso futuro nei secoli dei secoli e via di questo passo.
Si sta parlando sempre de "la donna"; soggetto collettivo indiscriminato declinato al singolare.
Per conseguire questi obiettivi di colonizzazione della realtà in via prevalente ed esclusiva, la kermesse - così la chiamano - metterà in contatto (probabilmente lo sta facendo in queste ore) «esperti, VIP, esponenti del mondo politico, giornalisti, manager e cittadini, sfruttando uno strumento democratico e universale come Internet per scambiarsi opinioni, esperienze e delineare insieme nuove opportunità per attuare il cambiamento verso una reale parità di genere.»
Di quale parità voglia farsi carico un'apologia unilaterale non sappiamo spiegarcelo.
A giudicare dai titoli dei dieci canali tematici che caratterizzano la "kermesse", peraltro, l'obiettivo che sarà raggiunto è sicuramente la legittimazione e l'invito all'egotismo femminile più sfrenato: io sono bella, io risparmio, io e la tecnologia, io al passo coi tempi, io lavoro, io in politica, io e il mio pc sicuro, io mamma, io nel sociale, io e il cibo.
Un IO reso talmente ipertrofico da consentire la sola compresenza (io e...) di tecnologia, pc sicuro e cibo; niente e nessun altro che questo.
La giornata della donna è appena trascorsa, oggi c'è quest'altra festività nazionale, tra un pò sarà la festa della mamma, poi verrà la giornata internazionale dell'eterno femminino, l'anno sabatico della vulva, il decennio della siliconata verace, il secolo della malafemmina, il millennio del dio truccato e non ci affacciamo troppo oltre nella previsione del futuro@lfemminile.
Insomma, per le donne è una celebrazione continuativa, con massiccio dispiegamento di mezzi celebrativi e di cantori professionisti.
Quegli altri imparino ad adattarsi; non è più il loro tempo.