Ma sì, voglio fare anch'io finta di niente ed aggiungermi alla massa di coloro che oggi faranno finta di festeggiare “il papà”.
Cosa costa, in fondo, mettere in atto una finzione scenica?
Se ne fanno tante, ogni giorno; una, nessuna, centomila, scriveva Pirandello a proposito delle maschere che impersoniamo ogni giorno nella vita comune, volenti o nolenti.
Ci mascheriamo per ogni evenienza e non solo a carnevale; simuliamo cortesia con il vicino di casa che non riusciamo a sopportare, con la collega isterica per tenerla quieta, con il negoziante che vorrebbe rifilarci ciò che non riesce a vendere, con la vigilessa che ha già pronto il taccuino della multa minacciosamente sollevato come un nerbo amministrativo.
Magari solo per buona educazione, o per disinteresse o per semplice convenienza.
Una volta di più e per una figura ormai così poco importante non cambierà nulla.
Vogliamo mettere il 'padre' un gradino sopra queste mezze figure di contorno della nostra vita?
Non scherziamo, via.
Il papà non conta quasi più nulla; se mamma vuole lo sbatte fuori casa in qualunque momento e se quello non si addomestica lo fa pure arrestare inventando qualcosa.
E' un accessorio, una specie in via d'estinzione.
Ho letto da qualche parte che si avvicina il momento che le femmine si autoriprodurranno, colle staminali del midollo osseo – mi sembra di avere capito – e così ci saremo liberati finalmente di questo impaccio che vuole pure un giorno di festa per sé stesso; la festa del papà.
Che risate...e che palle.
Vabbè, serve sempre come scusa per i bigné di San Giuseppe, 'che altrimenti li dovremmo chiamare bigné di Santa qualcos'altro o mangiarceli senza la scusa di una ricorrenza.
Serve, dicono gli economisti, anche a mantenere i consumi, perchè i regalini inutili che i figlioletti andranno ad acquistare per la recita fanno lavorare tanta gente e 'fanno PIL'.
Insomma, papà continua ad esercitare una sua funzione anche se lui crede che sia un'altra.
Povero illuso.
Ma noi che siamo buoni e progressisti e solidali non ci permetteremmo mai di infrangere le illusioni di qualcuno che si crede importante, mentre in realtà conta sempre meno.
Insomma, tanti auguri a tutti i papà, pure a quella milionata che se ne stanno fuori casa perché mamma vuole così.
Anche a quelli che, a volte, si infastidiscono di tirare fuori i soldi, come se non fosse un loro preciso obbligo farlo.
E sì, pure a quelli che vorrebbero passare più tempo con i figli ma non possono farlo perchè lavorano tutto il giorno; pure loro, in fondo, si credono importanti, poveracci.
Una manciata di auguri non si nega a nessuno, neanche ai papà.