Breve trafiletto post-vacanziero di riflessione, da prendersi con le dovute cautele.
Perché nella nota ed attualissima vicenda dell'iraniana Sakineh, per la quale si è mobilitato mezzo mondo occidentale, si parla solo di "adulterio" e non si ricorda che la donna è accusata - anche e, evidentemente, soprattutto, a quanto se ne può sapere - di avere tramato con il cugino per l'omicidio del marito?
Intendiamoci, non giustifico in alcun modo né la pena di morte, né la severità delle autorità iraniane, né la barbara crudeltà del castigo della lapidazione; ma in questa vicenda una delle vittime sembra essere anche la correttezza dell'informazione pubblica occidentale sui fatti e la sospetta strumentalizzazione del caso per finalità di geopolitica e di femminismo nostrano.
Quando ad essere condannato è un uomo - come spesso avviene da quelle parti, con frequenza sicuramente maggiore che per le donne - come mai non ci sono altrettante indignate reazioni occidentali?
Come mai Carla Bruni non rivolge gli stessi accorati appelli pubblici?