Le stramaledette coccole

Un tema leggero, nell’afa estiva, suggerito dalla carissima Drilli, ma non estraneo alle tematiche della QM, da leggere con la stessa estiva leggerezza dei termini seguenti.

Sfido qualunque uomo sia dotato di natura, fisiologia e autenticità maschile vera – restano esclusi dalla sfida, per ovvie ragioni, tutti gli altri – a negare di avere fatto, in qualche occasione della propria vita, questa considerazione tra sé e sé, nel rapportarsi con una donna.....ancora ‘ste stramaledette “coccole”.
Di essersi sentiti salire dal profondo un misto di insofferenza, noia ed accondiscendenza sopportante nel sentirsi chiamati ad un copione estraneo alle aspettative, incoerente con le premesse, inutile agli sviluppi dell’esperienza erotica promessa; anzi, completamente agli antipodi dello scenario erotico immaginato che fa da sfondo alla sessualità adulta.
Già immagino la potenziale obiezione: ma dove metti l’affettività?
Già; che c’entra l’affettività col sesso?

Il fatto è che personalmente – ma credo di non essere un fenomeno rispetto a tanti altri – associo il termine “coccole” ad un’affettività di tipo infantile o che si rivolge al mondo infantile; le coccole mi fanno pensare alle guancette rotonde di un bimbetto alle quali fai “piripiri” con le dita, allo scodinzolare del cane che risponde con le “feste” alle tue carezze, alla ninna nanna necessaria per rassicurare il sonno dei piccolini, all’uccellino ferito che non riesce a volare e ad altre tenerezze di questo genere.
Dato che non sono un pedofilo – lo confesso candidamente e serenamente – quel tipo di affettività con il sesso, con la relazione adulta, non c’entra nulla; è una nota stridente, almeno per me, non so per altri/e.
A pensarci bene, le coccole, infatti, poco si accordano, anzi, non c’entrano proprio nulla, con il perizoma, con i corpi nudi, con le unghie smaltate, con il viso truccato, con le paillettes, con gli effluvi profumati del corpo, con le scollature e le aperture antero-posteriori dell’abbigliamento femminile medio; davanti a questi inviti carnali tutto mi viene in mente tranne le coccole, ad essere sincero e non credo di essere io quello strano.
Allora cerco di capire perché le donne esibiscono il corpo per ottenere affetto, un affetto infantile, quasi delle rassicurazioni sistematiche e fuori luogo rispetto al contesto, attraverso la richiesta, l’aspettativa, la smania delle coccole; ma non riesco a trovare una risposta definitiva dotata di senso compiuto.
E’ un po’ come se io che tengo fame cercassi di ottenere cibo chiedendo, a chi ne dispone, qualche ricambio elettrico; per farne cosa? cos’ha a che fare con la mia fame una presa di corrente?
Se è di affetto che si avverte il bisogno, perché mettersi i tacchi 12 invece che più coerenti ciabattine di pelouche? perché denudarsi le cosce invece di denudare l’anima?
perché affinare sino all’estremo l’immagine esteriore in luogo del bisogno interiore?
Ma credo sia inutile entrare nel dedalo della psiche femminile avendo la speranza di trovare la via d’uscita; il labirinto è estremamente intricato - a quanto diceva anche il vecchio Freud – ed anche molto comodo per coltivare un'ambiguità vittimistica utile in molte situazioni, a quanto aggiungerei personalmente.
Poi, faccio riferimento ad alcune passate esperienze personali e tento un’interpretazione azzardata: non sia mai che le coccole – le stramaledette coccole – siano il riparo terminologico dietro al quale si occulta la necessità femminile di misurare l’idoneità del candidato ad un’eventuale paternità?
Qualcosa di animalesco, insomma, che si attiva - all’occorrenza ma anche senza l’occorrenza - come l’adrenalina che sgorga nelle vene davanti ad un pericolo?
Oppure penso ad altre situazioni e credo di individuare i motivi di questa bizzarra contraddizione femminile nell’insicurezza soggettiva di alcune donne che cercavano, tramite me, di trovare conferme psicologiche su sé stesse; e, forse, anche questa potrebbe essere una spiegazione, anche se rimane sospesa nella sfera dei dubbi mai risolti (e, probabilmente, mai risolvibili da mente umana).
L’unico dato certo – e qui riprende la sfida di cui sopra – è che le coccole accomunano in una richiesta collettiva la stragrande maggioranza delle donne viventi e vissute (delle prossime venture non saprei, non mi interessa molto, data l’età).
Per averne, comunque, conferma provate ad andare su un motore di ricerca e clikkate il termine coccole; vi si aprirà davanti un mondo sterminato, paginate su paginate di siti e blog, tutti militanti nella terminologia delle coccole, tutto tinto di rosa e tutto affamato, invariabilmente, sempre di coccole; delle stesse, stramaledette, indeterminate ed incomprensibili coccole.
Buon viaggio e buona ricerca di impossibili risposte…