Ancora sulle colpevolizzazioni storiche

Da un eccellente contributo di Silver è scaturito l'articolo "Il marchio di Caino" che evidenzia nella pratica della guerra il primo e fondamentale atto di accusa rivolto al mondo degli uomini dai riformatori morali del nostro tempo.
Dall'articolo è, a sua volta, scaturita un'interessante discussione che ha condotto ad approfondire le questioni del "silenzio" e del "disprezzo di sé" maschile che arriva, per molti, sino alla negazione del valore e della "difendibilità" della propria stessa dimensione virile.
Nell'ambito di questa discussione sono stati posti diversi interrogativi - tutti di notevole importanza per un corretto inquadramento della questione maschile (QM) - tra cui la sudditanza sessuale degli uomini e le responsabilità storiche ascrivibili al mondo femminile.
Rinviando ad articoli specifici l'approfondimento sul tema della sudditanza sessuale, mi piace porre in particolare evidenza il tema della responsabilità femminile - tema oltremodo ampio e comprensivo - proseguendo una feconda concatenazione logica che si è rivelata utile per scandagliare quell'asimmetria di giudizio che vorrebbe affermare la manicheistica suddivisione morale tra uomini (portatori di morte) e donne (portatrici di vita) alla quale siamo, purtroppo, abituati dal chiacchiericcio mediatico e culturale dominante.

Fabio ha posto l'interrogativo: "....Quello che io mi chiedo [......] è: quanto la popolazione femminile può essere considerata responsabile delle guerre, seppure in maniera indiretta? Quanto esse sono state e sono complici del sistema? Sarebbe bello saperlo".

La mia risposta: "Se gli uomini sono - come effettivamente sono - i principali protagonisti degli eventi bellici che si sono susseguiti nella storia, è altrettanto vero che essi sono coloro che hanno pensato e realizzato la democrazia, lo stato di diritto, le grandi espressioni artistiche, tecnologiche e scientifiche, il pensiero filosofico e le discipline umanistiche e tutto il resto che usualmente viene definito "civiltà".

Non bisognerebbe poi dimenticare - presi come siamo dalle smanie del moralismo pacifista - che è proprio dall'affinamento delle capacità belliche nella storia che sono scaturiti alcuni dei maggiori progressi umani e tecnologici. Per quanto possa apparire contraddittorio o inaccettabile, infatti, se gli arabi non avessero invaso l'Europa non avremmo avuto la matematica, se Napoleone non avesse invaso gli Stati confinanti non avrebbe esportato il codice civile, se non ci fossero state esigenze militari a promuoverne lo sviluppo non avremmo avuto né internet, né il telefonino, né i sistemi satellitari o l'energia nucleare per scopi pacifici. E mi sono limitato a ricordare solo gli effetti più direttamente immediati del "progresso" che è derivato dal bellicismo maschile; ma ce ne sarebbero talmente tanti altri che se continuassi ad elencarli potrei essere scambiato per un guerrafondaio, mentre sono solo uno che guarda la realtà in faccia.
Per dirla in poche parole, gli uomini - non le donne - hanno mosso il progresso, che è composto di bene e di male. Le donne non hanno mosso nulla, né in positivo, né in negativo nella storia.
Hanno mosso solo il culo in modi particolarmente attraenti e continuano, nonostante tutto, a fare prevalentemente questo.
Dichiararsi irresponsabili del male e, quindi, angelici su queste basi è una fesseria, perché quando non si è responsabili neanche del bene vuol dire che non si è responsabili di nulla e, forse, non si è in grado (correggo: non si ha veramente voglia) di responsabilizzarsi su nulla (altra correzione: di sopportare il peso delle responsabilità concrete)".

Silver ha corroborato il mio parere segnalando, opportunamente, come assumere questo tipo di posizioni significhi, nella stragrande maggioranza dei casi, andare incontro ad accuse di maschilismo e di misoginia.


L'interrogativo posto da Fabio rimane aperto ad ogni altra risposta e considerazione di merito.

Aggiunge Silver: "....La realtà è che la guerra non è una maledizione insita nella natura umana (o maschile, secondo le femministe ed i loro cagnolini maschi): è una maledizione insita nella Vita.
Pensiamo per un attimo all'Universo: apparentemente è un luogo che, osservando il cielo la notte, appare tranquillo. Appare, appunto.
In realtà è un luogo violento, violentissimo: buchi neri, supernove, quasar, scontri fra galassie, lenti gravitazionali, galassie attive. Straordinari fenomeni che bruciano in una frazione di secondo l'energia che il Sole non riuscirà a produrre in 10 miliardi di anni.
Prendiamo le supernove, ovvero le esplosioni di stelle giganti (hanno una massa almeno 8 volte superiore a quella del Sole): sono fenomeni apocalittici, di una violenza inaudita.
Eppure se siamo qui lo dobbiamo proprio a loro.
Sono le supernove ad aver diffuso nell'Universo gli elementi pesanti come il carbonio e fornito quindi le basi per lo sviluppo della vita. In un Universo pacifico noi non esisteremmo, la Vita non esisterebbe.....".