Il vergognoso accanimento

La cronaca quotidiana si rivela una vera e propria miniera di spunti di riflessione intorno alla questione maschile, con una sconfessione sempre più netta, pronunciata e quotidiana della visione dogmatica che vorrebbe suddividere pregiudizialmente la realtà umana nelle due categorie contrapposte dei 'maschi' oppressori e delle donne vittimizzate.
Il primo spunto di questi ultimi giorni lo troviamo su "L'AnteFatto- Il Cannocchiale", blog del "Fatto Quotidiano" - nuova testata giornalistica, resa nota anche dal reclutamento di Travaglio in quella redazione - nel quale viene riportato un articolo di Massimo Fini apparso il 27 marzo su quel giornale, dal titolo e dai contenuti decisamente controcorrente: "Donne, guaio senza soluzione".
I toni dell'articolo sembrano riprendere - naturalmente, in modo del tutto casuale - il filo di alcuni commenti apparsi anche in questa sede, soprattutto nella parte in cui viene evocato il tema dell'enorme 'potere sessuale' che il sesso presuntamente debole esercita nella piena ed incondizionata legittimazione sociale, contrapposto alla condizione di impotenza comportamentale nella stessa sfera, in cui è stato costretto il sesso presuntamente forte dalle delimitazioni giuridiche e culturali dominanti.
Tra l'altro si legge, infatti, questa descrizione che Fini offre dei comportamenti femminili più diffusi:
.....Non fan che provocare, sculando in bikini, in tanga, in mini (“si vede tutto e di più” cantano gli 883), ma se in ufficio le fai un’innocente carezza sui capelli è già molestia sessuale, se dopo che ti ha dato il suo cellulare la chiami due volte è già stalking, se in strada, vedendola passare con aria imperiale, le fai un fischio, cosa di cui dovrebbero essere solo contente e che rimpiangeranno quando non accadrà più siamo già ai limiti dello stupro. Basta. Meglio soddisfarsi da soli dietro una siepe.
Ma Fini va oltre questa specifica descrizione dell'odierno rapporto (confronto?) tra i sessi sul piano 'personale', arrivando a qualificare la c.d. altra metà del cielo come una "razza nemica" per il mondo maschile.
Rinviando ai contenuti dell'articolo per comprendere al meglio cosa volesse intendere Fini con questa espressione, possiamo rinvenirne le tracce concrete - seppure occasionali - oltre ai numerosi casi già sinora riportati nel blog, anche, ad esempio, nella notizia apparsa quest'oggi sul Corriere (edizione del Veneto).
Basta spulciare un attimo e le conferme arrivano sempre.
Si tratta di un ex marito - denunciato dalla ex moglie per il mancato pagamento degli alimenti al figlio - che, in sede di giudizio, ha scoperto di non esserne il vero padre in quanto sterile.
Non contenta di averlo ingannato e, per di più, tradito con suo fratello, l'incredibile comportamento da "razza nemica" della tizia si è protratto sin nelle aule giudiziarie, dove la donna aveva trascinato l'uomo per vederlo condannato dalla giustizia penale; fallendo nel tentativo, comunque, forse proprio a causa di un eccesso di violenza subdola ed amorale.
Nell’udienza conclusiva il pm ha sottolineato, tra l’altro, «il vergognoso accanimento» della 40enne nei riguardi dell’ex marito.
La relazione tra quest'ultima notizia, una delle tante in materia, con le tesi sostenute da Massimo Fini nel suo articolo non potrà non apparire con una certa chiarezza.
Sembra non averla colta, invece, il settimanale "Panorama" che dalle sue colonne rilancia, piuttosto, l'insolito e contraddittorio tema della misoginia di sinistra, manifestando una distanza dalle problematiche della questione maschile giocata tutta, almeno in questa circostanza, sulla strumentalizzazione politica dei contenuti e degli attori mediatici.