I nuovi codici 2 (o, dello sguardo della medusa)

Ecco, a distanza di qualche giorno, gli sviluppi sull'affaire Massari.
Dal Corriere di Milano:

"L'ex assessore all'Ambiente Paolo Massari, accusato da una impiegata dell'Ufficio del Turismo norvegese (che ha espresso il suo disagio all’ambasciatore a Roma) e da una dipendente del Comune, contrattista a termine, ha convocato una conferenza stampa (trasmessa in diretta da c6.tv) per raccontare a tutti la sua verità. Si è fatto accompagnare dalla moglie Olivia e dal padre Renato. E ha raccontato nel dettaglio quali sarebbero state le «battute» che hanno suscitato l'indignazione delle due signore in questione. Nel caso della dipendente comunale, che gli aveva «chiesto più volte di intercedere per il suo posto di lavoro», avrebbe dato la seguente risposta: «Non faccio mai favori di questo tipo, neanche in cambio di favori sessuali». Una frase che Massari definisce come un «paradosso», appunto una battuta paradossale. «Se uno cade per strada io lo aiuto, ma non faccio favori a nessuno. Non è nel mio Dna», ha ribadito. La lettera finita sul tavolo del sindaco è stata scritta dalla madre della dipendente in questione.



LA CENA AL CONSOLATO - Quanto alla cena in piedi organizzata dal console norvegese, Massari ha riferito che c'erano 70 persone e che era presente anche la dipendente comunale di cui sopra, oltre a una dipendente dell'Ufficio del Turismo norvegese («non è una diplomatica», ha sottolineato), che ha scritto la seconda missiva. «In quella lettera non si parla di molestie. Si parla solo di "atteggiamenti e discorsi sgraditi e inappropriati"». Le battute sgradite sarebbero state, per esempio, a proposito della traduzione in inglese dal norvegese: «Non ho capito nulla», avrebbe detto Massari, «in una maniera un po' colorita». «Io sono fatto così, faccio battute, rido, scherzo. Non mi sono accorto di aver offeso nessuno, se è successo sono pronto a scusarmi. Andrò a parlare il 29 con il console norvegese e ho intenzione di scrivere una lettera in inglese all'ambasciatore norvegese per chiarire».

LE DELEGHE - «Soltanto dopo che ho rimesso le deleghe mi hanno dato le due lettere», ha raccontato Massari, denunciando di essere stato «messo alla berlina». «Voglio chiarezza, voglio che si vada fino in fondo. Io non sono un molestatore sessuale. Ho una moglie, dei figli». Massari ha riferito di aver incaricato i suoi legali di fare tutti i passi necessari per restituirgli «la dignità». «Alle accuse io rispondo con i fatti. Su queste lettere si è creato un caso e a questa situazione rispondo».

«Non faccio mai favori di questo tipo, neanche in cambio di favori sessuali»
«Non ho capito nulla (presumibilmente, non ho capito un cazzo; n.d.e.)»
 
Queste sono le battute per le quali si è parlato di "dignità della persona", di "donne impietrite", di "nuovi codici da rispettare", di "linea dura", di "molestie [come] problema che esige maggiore attenzione. E finalmente la ottiene", di "manca l’educazione su che cos’è un rapporto di lavoro ed è completamente assente una lettura dell’interlocutore" e tutti gli altri lamentosi vittimismi femminei di cui si è già detto nell'articolo precedente.
 
Sarebbe interessante sapere cosa ne pensano, ora, tale Anna Galizia Danovi, avvocato matrimonialista, o tale Silvia Vegetti Finzi, o tale Chiara Simonelli, psicologa e sessuologa alla Sapienza di Roma, che si sono entusiasticamente avvicendate nell'esercizio della gogna mediatica e del vittimismo femminile a buon mercato dalle pagine dei giornali.
Scommettiamo che nessuna di queste - oltre alle tante altre che si sono stracciate le vesti di fronte al nulla più assoluto - faranno sentire un fiato di scuse?
Donne troppo abituate a giocare con la dignità maschile come se non esistesse e non meritasse lo stesso rispetto che chiedono per sé stesse....